Sabato 22 Agosto i “Veeblefetzer” hanno suonato durante un evento culturale in un paesino nella provincia di Caserta, Casanova di Carinola.
A mezzanotte il quartetto romano si è esibito nel borgo Carani di Casanova presentando “No Magic No Bullet”, disco uscito l’8 maggio su Goodfellas / Fleisch, in cui dub, reggae, rock’n’roll, gypsy si mescolano al calore degli strumenti a fiato.
Voi suonate prevalentemente con amplificatori e grandi attrezzature. Dal punto di vista dell’acustica come vi trovate questo contesto, in un borgo come questo?
Sono due anni che in questo Festival si organizza un palco ben attrezzato, quindi ci troviamo più che bene. C’è da dire che ci capita di fare dei festival in cui avendo una formazione da artisti di strada, abbiamo la possibilità di fare la parata, di essere mobili in qualche modo. L’impianto del gruppo è quello da palco, quindi non abbiamo mai avuto problemi.
Come siete venuti a conoscenza di un evento così particolare come Lunarte?
Ho conosciuto Luigi Morra, l’organizzatore, qualche anno fa. Me l’ha presentato Silvia de Vicentiis che è una nostra amica in comune e che ha collaborato con MarteLive e quindi due anni fa mi hanno chiamato per fare un DjSet di chiusura. E’ stata un’esperienza bellissima.
Questi luoghi sono ricchi dal punto di vista storico( ci sono stati diversi ritrovamenti ). Avete intenzione di fermarvi e approfittare per fare un tour della zona oppure no?
L’intenzione c’è, ma purtroppo non abbiamo il tempo, domani dobbiamo ripartire per un altro concerto…dice Sousafano(che si fa chiamare simpaticamente con lo stesso nome dello strumento che suona).
Diciamo che noi la nostra parte la facciamo, magari, creando il turismo…ma purtroppo noi ora non possiamo usufruirne. –puntualizza Andrea(chitarra e voce)
Ad esempio quando abbiamo suonato a Tolfa, in provincia di Roma abbiamo attirato un sacco di persone, più o meno erano 40000 -dice Gabriele(batteria)
E i commercianti della zona ne risentono positivamente, ma soprattutto vengono aggiornati i gusti musicale della gente del posto, per chi vive lontano dai grossi centri urbani. Anche se c’è da dire che soprattutto qui al Sud c’è una bella tradizione musicale. La conoscenza musicale tradizionale in Italia, per quanto riguarda il Nord è quasi inesistente.In alcune regioni si sta cercando di recuperare la tradizione, ma non c’è un profondo attaccamento alla radice.- sottolineano Andrea e Sausafono.
Potrebbe essere un vostro progetto quello di recuperare la musica popolare?
No, il nostro progetto è quello di portare un’idea musicale nostra,non per recuperare, ma per proporre qualcosa pescando in diversi ambiti e tradizioni.
La parte più italiana che possiamo respirare è quella balcanica, che noi mischiamo con il nostro background musicale,cioè reggae /punk.
Sul palco è un successo. Il pubblico, all’inizio, timido, batte i piedi a ritmo di musica, finchè diventa una sola anima, un solo corpo che danza. E’ proprio una “notte ballerina” come urla Andrea dal palco.
I Veeblefetzer insomma hanno risvegliato il piccolo borgo di Casanova, un po’assopito con i suoi duemila anni di storia.
L’hanno fatto nel loro stile: semplice ma allo stesso tempo complicato. Il nome della loro band rimanda infatti ad una parola austriaca e indica “fare una cosa semplice in un modo complicato”.
Questa è la loro arte: mettono giù pezzi semplici, orecchiabili, alla portata di tutti, ma lo fanno fanno in maniera stravagante, utilizzando anche uno strumento così particolare come il Sausafono, un basso tuba nato negli Stati Uniti negli anni Novanta.
Ricchi di significato, le loro canzoni, parlano di ambizioni, delusioni, viaggi e il mappamondo illuminato sembra fare da emblema al loro album.