Nei giorni scorsi al BBistrot di Via Tiburtina si è tenuto il compleanno di Anna Rita Cammerata, autrice televisiva e scrittrice romana, basti ricordare il suo recente romanzo romanzo “Io Roma”, che ha festeggiato i suoi “primi” cinquant’anni e in tale occasione ha presentato la sua prima fatica teatrale, in scena il 30 novembre al Teatro Quirino, “Il congresso degli arguti ….ovvero sei sommi protagonisti nell’arte dei libelli”, la cui storia è ambientata nell’epoca papalina, due secoli di epoca oscura e contraddittoria in cui il popolo soggiogato, riusciva a parlare e far sentire la propria voce attraverso le cosiddette: “statue parlanti”.
Delizioso il menù grand gourmet curato dallo Chef Sandro D’Agostino e splendida serata con musica dal vivo eseguita dagli Sciò – cover di Pino Daniele. Alla serata è intervenuta l’intera compagnia della commedia musicale che gode della partecipazione straordinaria in voce di Elio Pandolfi, ed ecco Piermaria Cecchini(Pasquino), Massimiliano Buzzanca (Marforio), Giorgia Trasselli (Madama Lucrezia), Simone Sabani(il Facchino), Roberto Bagagli (il Babuino), Maurizio Matteo Merli (l’Abate Luigi), Giulia Montanarini(Claudia), Daniele Antonini (Paco) e la Tramontana impersonata da Marina Ripa di Meana per la prima volta nelle vesti di attrice teatrale. La pièce si realizzerà anche grazie al sostegno dell’Associazione culturale Azteca di Giuseppe Milazzo Andreani e alla Fondazione Italia Sostenibile, presieduta da Sergio Marini.
Presenti inoltre, il coreografo Stefano Sellati, il costumista Iuri Lieggi, il Maestro Riccardo Gnerucci,Giulia Fossà e Iacopo Fiastri.
Nella realtà queste statue, ingiustamente poco riconosciute agli onori del lavoro svolto, hanno rappresentato per il popolo di Roma e non solo, l’unica possibilità di far sentire il proprio disaccordo contro il potere della chiesa di allora. L’unico mezzo che avevano coloro che, altrimenti non avrebbero potuto esporre le proprie idee ed il proprio dissenso, era parlare attraverso questi sei corpi di marmo e travertino. Di notte, con la complicità del buio, c’era chi metteva i cosiddetti “libelli”, dei pezzi di carta scritti spesso in latino, su una di queste statue; l’indomani la scoperta della missiva anonima scritta in sonetti riusciva, talvolta, a far scoppiare addirittura la rivolta. Le statue parlanti sono sempre state complici del popolo non solo nel replicare al potere diventando portavoce di denunce e satire nei confronti del papato, ma anche nei riguardi della borghesia. Per avere un’idea del peso politico e del loro impiego, basti pensare che le pasquinate divennero così insolenti che si rese necessario un intervento del papato, il quale decise di comminare pene severe a chi avesse contribuito ad appendere al collo della statua qualsiasi scritto di qualsivoglia natura satirica e offensiva. La cosa straordinaria è che il gesto apparentemente inverosimile di denunciare delle statue, ottenne un risultato opposto e gli autori dei versi si moltiplicarono a dismisura, nonostante alcuni di loro, presi in fragrante, fossero stati puniti severamente. Le sei statue locate non distanti l’una dall’altra, nel centro storico di Roma, “crearono” il cosiddetto: Congresso degli Arguti, nome che dà il titolo alla commedia con il sottotitolo di: …ovvero sei sommi protagonisti nell’arte dei libelli. A questo straordinario gruppo non potevano mancare: il personaggio moderno, uno straniero senzatetto dal cuore puro che si rivelerà l’unico essere vivente al mondo a poter parlare con le statue; la figura femminile, la manutentrice dei beni culturali che si occupa più delle statue che del suo cuore indurito dalla mancanza d’amore e che proprio negli occhi della semplicità riuscirà a ritrovare se stessa e il personaggio magico che vede, nella figura del vento Tramontana, un alleato fondamentale per la risoluzione di tutti i problemi. A dare ulteriore consistenza alle canzoni recitate ci sarà un corpo di ballo che arricchirà l’opera di ritmo e colore.