E’ andato in scena in prima rappresentazione, al Teatro Sala Umberto di Roma, con grande successo di pubblico, un lavoro di straordinaria potenza che segna il ritorno di Massimo Carlotto, un autore che conosciamo già dai suoi bellissimi “ Arrivederci amore, ciao “, “ Alla fine di un giorno noiso “, “ Niente più niente al mondo “ e che con questa sua fatica ambientata a Rimini racconta di Adelmo, un ladro sognatore stanco e scontento della sua “ professione “ che entra nel cuore della notte in una elegante casa riminese dove trova, senza accorgersene, una bella donna che non soltanto non viene presa dal panico alla vista del ladro ma che, anzi, lo sfida a rubare: due naufraghi, sopravvissuti e memori di un tempo in cui le cose andavano meglio..
La donna é una affascinate e stravagante austriaca, ex croupier di nome Lise ( bellissima ed eccezionale, a volte addirittura sexy, Pamela Villoresi nella parte ), donna coraggiosa che ha perso tutto ed è afflitta da una incommensurabile sfiducia nel mondo, un mondo che vorrebbe addirittura venga distrutto, con Rimini al centro della storia, insieme al suo.
Si sviluppa una spirale di equivoci, un rapporto complesso ed intenso che evidenzia l’intensità dei reciproci sentimenti di due personaggi che tra di loro non hanno nulla in comune salvo l’insoddisfatto desiderio di essere compresi ed amati l’una dal mondo, l’altro dalla moglie che, malgrado il tradimento da lui consumato con Lise, ama.
Lise chiede ad Adelmo di ucciderla in cambio di tutte le ricchezze che le restano ed i due stringono così un mefistofelico patto che, sviluppandosi tra mille esitazioni da parte del ladro, spinge i protagonisti ad atteggiamenti di rimpianti, cinismi, umiliazioni, crudeltà, dubbi e rimorsi conducendo lo spettatore ad una riflessione sul senso che ognuno di noi assegna alla propria vita, sulla casualità degli eventi che la compongono ed in definitiva sulla libertà di scelta della coscienza che alberga in noi.
In sostanza, un lavoro in cerca di una giustizia divina compensatrice che entrambi i personaggi ( Adelmo è un ottimo Claudio Casadio, del quale abbiamo apprezzato il musicale dialetto riminese ) ricercano per compensare ciò che ora è la loro vita presente, assolutamente opposta a quella da loro vissuta precedentemente ed alla quale intendono in qualche modo ribellarsi assegnandosi, particolarmente Lise, un castigo che ella identifica con la morte.
Adelmo, invece, intravede nello scellerato patto implicitamente stretto con Lise l’inizio di una nuova vita indagando nella sua vita trascorsa nella speranza di una vita migliore e l’interpretazione di Casadio lo rende assolutamente credibile nella sua pur controversa prospettiva di rinascita.
Ma nessuno dei due protagonisti, raggiungerà il suo scopo perché Lise resterà convinta che il mondo non le deve più nulla ed Adelmo continuerà a cercare ciò che il mondo ancora gli deve.
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Fino all'8 settembre nella suggestiva location di Villa Lais nel territorio del VII Muncipio a Roma in piazza Giovanni Cagliero,...
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