Che Carlo Verdone ci avesse abituati a films di successo è acclarato, come pure è stato chiaro il tentativo dello stesso regista ed attore di spostare la sua produzione dall’essenzialmente comico verso un genere più impegnato; ma si sa, i primi amori sono i più duri ad essere dimenticati ed il nostro Carlo, stavolta, ricorre ad un espediente tecnico di rilevante importanza e cioè quello di esibirsi in coppia con un
“ collega “ astro nascente nella filmografia italiana: Antonio Albanese, attore di grandi capacità espressive e dotato di una grande mimica facciale, molto espressiva.
Due veri e propri “ sfigati “, Arturo e Yuri, le cui vie si incrociano, danno vita ad una serie di gags spesso esilaranti descritte all’interno di un soggetto scritto dallo stesso Verdone con Paquale Plastino e Massimo Gaudioso, gags che danno vita ad una serie di guai, di contrattempi rocamboleschi contornati da personaggi a latere davvero indovinati: dalla vecchia zia vedova con la quale vive Arturo ( Carlo Verdone ) alla straniera Lena in cerca di marito e soprano mancata ( una ottima Anna Kasyan ), per giungere fino al colpo di scena finale con il quale il regista Verdone lancia una bella frecciata ai politici imbroglioni che si aggirano nella nostra società, colpo di scena che veramente qualifica il film il quale, in alcuni momenti, appare un poco lento nello svolgimento che vuole richiamare anche una atmosfera da thriller all’americana con richiami a rapimenti, incontri in fabbriche abbandonate ecc.
Un equivoco alla base di una intercettazione genera una serie di situazioni ad effetto che si riveleranno più grandi dei due protagonisti che a volte si ritrovano a collaborare ed altre a sfidarsi in spietata concorrenza per raggiungere poi……un niente!
I temi della famiglia che avevano caratterizzato Verdone nelle sue ultime produzioni vengono qui sostituiti dalla fantasia, dal rocambolesco e da un tantino di suspence, da un accenno ai vizi ed alle virtù italiane ed alla prepotenza imperante: anche il più piccolo dei personaggi appare parte essenziale e collante dell’intero svolgimento della vicenda, dalla moglie di Yuri ( Clotilde Sabatino ) all’avvocato con il quale intenderebbe formarsi una nuova vita ( Federigo Ceci ), alla zia Elide ( Virginia De Brescia ).
Elemento fondamentale di questa pellicola appare senz’altro il forte legame instauratosi tra Carlo Verdone ed Antonio Albanese, due attori in grado di sintetizzarsi in maniera strettissima in un processo di stretta catalizzazione reciproca che dà vita ad una coppia dal grande avvenire in grado di rappresentare diversi aspetti della nostra società che, seppure in evoluzione negativa, guarda con fantasia al costume che caratterizza i nostri giorni.
Molto elegante l’immagine, perfetta la recitazione, azzeccato il grado di comicità; gli esterni, girati in vari quartieri di Roma, dal Catrense al Nomentano, da Monteverde Vecchio a Centocelle, al Trionfale, rendono perfettamente l’idea che il soggettista e lo sceneggiatore hanno inteso di esprimere per far si che la pellicola raggiungesse lo scopo che si era prefisso: uno sguardo a volo radente dei vizi e delle virtù italiane.
Il film uscirà nella sale italiane il prossimo 28 gennaio, distribuito da FilmAuro.
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