Se fino ad oggi si parlava di questo campionato come uno dei più equilibrati degli ultimi 20 anni, ora inizia a non essere più così. Napoli e Juventus stanno facendo sempre più il vuoto dietro di loro, si preannuncia quindi una lotta scudetto fino all’ultima giornata tra azzurri e bianconeri. Due squadre mai così vicine come quest’anno: innanzitutto la mentalità, se della Juve è nota la mentalità vincente e la “fame” che la contraddistingue, quest’anno si può dire lo stesso del Napoli allenato da Maurizio Sarri, toscano, come il suo collega e rivale Massimiliano Allegri. Un altro aspetto in comune è che il leader tecnico della squadra è argentino, da una parte il Pipita, Gonzalo Higuain, dall’altra la Joya, Paulo Dybala. Giocatori diversi ma che più di tutti gli altri si sono caricati la squadra sulle spalle. Entrambe le compagini hanno stentato all’inizio del campionato (più la Juve del Napoli) ma, in modo diverso, hanno saputo rialzarsi.
La capolista. Il Napoli ha iniziato la stagione con un cambio di panchina, fuori Benitez dentro Sarri, che tanto bene aveva fatto a Empoli, accolto con scetticismo dall’ambiente partenopeo. Preparazione estiva basata sul 4-3-1-2 marchio di fabbrica dell’allenatore toscano, con Insigne trequartista “alla Saponara”. Inizia il campionato e gli azzurri incontrano le prime difficoltà: la squadra non gioca malissimo, ma i primi risultati sono deludenti e si nota subito che forse il 4-3-1-2 Sarriano non è il vestito adatto a questo Napoli, in quanto si costringono Mertens, Callejon e anche Insigne a giocare fuori ruolo. Ed è qui che arriva la svolta nella stagione azzurra. 17 settembre 2015, prima giornata di Europa League, Napoli-Club Bruge. Sarri cambia e organizza un 4-3-3, Jorgihno al posto di Valdifiori davanti alla difesa e tridente offensivo Callejon, Higuain, Insigne. Risultato: 5-0. Da quel giorno il Napoli non si è più fermato.
L’inseguitrice. La Juventus invece arrivava da un triplete sfiorato e da partenze eccellenti (Pirlo, Vidal, Tevez, Llorente senza dimenticare Pepe e Storari, fondamentali uomini spogliatoio). I nuovi acquisti, un mix di futuri campioni e giocatori già affermati d’esperienza internazionale (Dybala, Zaza, Rugani, Alex Sandro e Khedira, Cuadrado, Mandzukic) hanno faticato inizialmente e, insieme a prestazioni non eccellenti della vecchia guardia e all’infortunio di Marchisio, chiamato a sostituire Pirlo nel ruolo di regista della squadra, la Juventus fa registrare il peggior inizio della sua storia in serie A: 0 punti nelle prime due giornate, dodicesima in classifica alla decima giornata e a -11 dal primo posto. Ma è proprio alla decima giornata che arriva la svolta. Sassuolo-Juventus 1-0, partita giocata male dagli uomini di Allegri. A quel punto società e senatori non ci stanno più: le parole di Buffon prima e di Evra poi hanno fatto molto rumore, i due senatori dello spogliatoio juventino hanno utilizzato termini forti per dare la sveglia all’ambiente e far capire ai nuovi cosa significa indossare la maglia bianconera. Da quel momento la Juve inizia a volare: 11 vittorie consecutive in campionato che hanno portato all’attuale -2 dal Napoli capolista.
La sfida dello Stadium del 13 febbraio ci dirà qualcosa in più, fino ad allora non resta che aspettare.